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Zheros – la recensione

La prima volta che abbiamo sentito parlare di Zheros e del team di sviluppo catanese Rimlight Studios è stato durante la Games Developers Conference 2015 di San Francisco. A distanza di un anno il loro titolo, un picchiaduro a scorrimento laterale, approda su Xbox One grazie al programma ID@Xbox, creato per dare risalto agli sviluppatori indipendenti.
All’azienda di Redmond bisogna anche dare il merito di aver fatto arrivare il titolo nelle case di più giocatori possibili: Zheros è disponibile gratuitamente come parte del programma “Games with Gold”, fino al 15 febbraio 2016. Gli abbonati al servizio “Live” Microsoft non dovranno quindi spendere altri soldi per poterci giocare.
Sorge quindi spontanea una domanda: vale la pena passare del tempo a giocarci? Sì, se si cerca un picchiaduro impegnativo e allo stesso tempo gratificante che faccia del gameplay il suo punto di forza. Avendo pazienza e nervi saldi, Zheros saprà darci numerose soddisfazioni.

Zheros mostra il talento e l’impegno di una piccola software house italiana nel voler modernizzare il genere dei beat’em’ up.

La sua storia, lievemente accennata, ci permette di vestire i panni di Mike o Dorian, due agenti dello spazio la cui caratterizzazione ricorda un po’ quello della pellicola Pixar “Gli Incredibili”. Il cattivone di turno, invece, si chiama “Mr Vendetta” e mira chiaramente a distruggere il mondo. La trama è volutamente ridotta all’essenziale dal momento in cui si tratta solo di un pretesto per farci affrontare 18 livelli e uno svariato numero di nemici, con una difficoltà crescente.
Nonostante lo stile grafico cartoonato e le musiche elettroniche di sottofondo, Zheros non è un titolo da prendere sotto gamba per via della sua sfida elevata. Anche se sono disponibili quattro livelli di difficoltà, suggeriamo di giocare a Zheros a difficoltà “facile” se non si è pratici del genere o se si incorre spesso nel cosiddetto “sclero con conseguente lancio del gamepad”.

La difficoltà di Zheros non sta però nel sistema di combattimento che è in realtà estremamente facile da padroneggiare. Si tratta in sostanza di un sistema di combo: concatenare gli attacchi leggeri a quelli pesanti e l’abilità di parata/schivata al sapiente utilizzo dell’arma a distanza. Un’esecuzione ad hoc permetterà di arrivare tranquillamente alla fine dei livelli con un grande sorriso sul volto.
Il vero problema è l’intelligenza artificiale che non ci darà vita facile, portandoci alla frustrazione. La presenza di limitatissimi checkpoint ci costringe il più delle volte a ricominciare da capo l’intero livello. La difficoltà di Zheros è sempre più crescente e spesso è necessario ripetere più volte uno stage per ottenere maggiori punti RP. Tali punti, guadagnabili uccidendo gli avversari, sono necessari al potenziamento del personaggio in termini di abilità d’attacco e di difesa, rivelandosi quindi essenziali per proseguire.

Gli amanti del punteggio troveranno pane per i loro denti: i livelli sono rigiocabili e anche completandoli con il numero massimo di stelle, si può sempre tornare indietro per battere i propri tempi migliori.

Zheros è giocabile anche in cooperativa locale ma tale opzione alza parecchio il livello di difficoltà del gioco. Potenziamenti e cure ottenibili nel corso di una partita andranno infatti divisi con il proprio compagno di squadra; si può considerare una sorta di modalità “end game”.
Interessantissimo lo stile grafico di Zheros che, realizzato tramite il motore grafico Unity, si presenta con colori estremamente sgargianti che lo fanno sembrare un incrocio tra un cartone animato in CGI e un fumetto.
Le ambientazioni sono abbastanza varie e i nemici sempre diversificati; i due protagonisti sono dotati di una grande dose d’ironia e questo smorza molto i toni, rendendo meno pesante la ripetizione dei livelli in caso di fallimento.
Il level design è ben realizzato e sebbene la struttura dei livelli sia monodirezionale, è comunque richiesto un minimo di esplorazione negli scenari futuristici presentati, con lo scopo di trovare alcuni anfratti nascosti.

Distruggendo particolari elementi presenti nelle ambientazioni abbiamo inoltre la possibilità di ottenere un punteggio più elevato a fine partita.
Non si può quantificare con certezza la longevità del titolo, tutto dipende dalla difficoltà impostata e dalle abilità del giocatore. Gli amanti del punteggio troveranno pane per i loro denti: i livelli sono rigiocabili e anche completandoli con il numero massimo di stelle, si può sempre tornare indietro per battere i propri tempi migliori. In quest’ottica è un vero peccato che manchi la possibilità di competere online con altri giocatori.
A voler essere pignoli si poteva forse fare di più per il sonoro visto che si contano solo un paio di tracce musicali; tuttavia, nella foga del combattimento non ci faremo molto caso.

Zheros, realizzato tramite il motore grafico Unity, si presenta con colori estremamente sgargianti che lo fanno sembrare un incrocio tra un cartone animato in CGI e un fumetto.

Più rilevanti sono invece i problemi tecnici: i caricamenti prima di cominciare un livello sono un po’ lunghi, abbiamo notato qualche problema di tearing e anche diverse sfuocature nelle texture del gioco. La telecamera non è controllabile poiché gestita automaticamente in base al movimento; ciò è un po’ frustrante ma bisogna soltanto prenderci la mano e dimenticarsi dello stick analogico destro del controller.
In definitiva Zheros mostra il talento e l’impegno di una piccola software house italiana nel voler modernizzare il genere dei beat’em’ up. A nostro avviso l’esperimento è senz’altro riuscito e nonostante i piccoli problemi tecnici, che speriamo vengano risolti con futuri aggiornamenti, consigliamo assolutamente di dare una chance a questo titolo indie.

admin

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